La Camera,
premesso che:
la tematica delle bonifiche dei siti inquinati di interesse nazionale costituisce senza dubbio una problematica complessa, sia per l’estensione dei siti di interesse nazionale (oltre il 3 per cento del territorio nazionale), sia per la gravità delle tipologie di contaminazione e la correlata necessità di investire notevoli risorse private e pubbliche per ripristinarne lo stato di sicurezza, sia per il fatto che si tratta spesso di contaminazioni avvenute in date «storiche» e, quindi, determinate in gran parte da attività e produttori non più presenti sui siti;
per la realizzazione delle bonifiche sono necessari tempi lunghi, soprattutto se – come è in genere auspicabile per i suoli – si privilegiano tecnologie in situ, evitando di trasportare all’estero o, comunque, a lunga distanza enormi quantità di rifiuti;
nel nostro Paese, nonostante le notevoli difficoltà incontrate, sono stati realizzati molti passi importanti, ad esempio negli ultimi due anni si è attivato un positivo confronto tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e le aziende proprietarie delle aree, che ha prodotto apprezzabili risultati sia in termini di progetti presentati ed approvati, sia in termini di transazioni stipulate, sia infine in termini di rapida riduzione del contenzioso;
vanno posti in evidenza tra i significativi risultati raggiunti quelli per il sito di Cengio e Saliceto (Acna), dove la bonifica dell’area dell’ex stabilimento è ormai praticamente conclusa, nonché per il sito di Manfredonia e per quello dell’area ex Sisas di Pioltello Rodano, per i quali la bonifica delle discariche di rifiuti interessate verrà ultimata entro i primi mesi dell’anno 2011, facendo così ritenere che possano, con buona probabilità, essere positivamente definite le procedure d’infrazione comunitaria che erano state aperte negli anni precedenti in ordine alla mancata bonifica delle discariche in questione, evitando quindi le pesanti sanzioni pecuniarie già emesse dalla Corte di giustizia dell’Unione europea;
il sistema vigente non risulta «Stato-centrico» e, per converso, coinvolge le autorità locali territorialmente interessate, sia per la bonifica dei siti regionali, sia nel corso del procedimento di bonifica dei siti di interesse nazionale, come è testimoniato dalle oltre 1.300 conferenze di servizi istruttorie e decisorie svoltesi in 10 anni, di cui 140 nel solo biennio 2009-2010, con il risultato alla data odierna (oltre le centinaia di progetti di caratterizzazione e messa in sicurezza di emergenza approvati e realizzati) che sono stati approvati 200 progetti definitivi di bonifica di cui 60 nell’ultimo anno;
appare da prediligersi un approccio «integrato», mediante l’azione comune e sinergica dei vari attori sociali (amministrazioni pubbliche, imprese pubbliche e private, cittadini e consumatori) e la condivisione di responsabilità volte a mutare la tendenza al deterioramento delle risorse, approccio che, appunto, è stato prescelto dal legislatore nazionale in sede di recepimento della disciplina comunitaria sulla responsabilità ambientale (direttiva 2004/35/CE);
alla luce delle predette riflessioni, la disciplina attuale garantisce adeguatamente la partecipazione al processo decisionale delle realtà territoriali interessate, senza che sia perciò necessario affidare la regia delle operazioni di bonifica alle regioni; va anche tenuto conto della impossibilità di mettere a confronto i siti di bonifica d’interesse regionale con i siti di bonifica a rilievo nazionale, che vedono presenti oltre 3.000 soggetti, a cui fanno riferimento le più importanti realtà industriali italiane ed estere in campo chimico e petrolifero e la cui considerazione necessita di una «visione» unitaria e nazionale, fondata su criteri operativi uniformi;
il coinvolgimento degli enti territoriali nelle procedure di bonifica dei siti di interesse nazionale avviene anche attraverso il frequente ricorso da parte del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare allo strumento dell’accordo di programma, attraverso il quale vengono stanziate e programmate le risorse per il risanamento ambientale di aree demaniali o pubbliche e definiti, d’accordo con gli enti locali, gli interventi da realizzare; si tratta di strumento rilevatosi eccellente, basti pensare che negli ultimi due anni sono stati sottoscritti 11 accordi che testimoniano il forte impegno economico assunto dal Governo in tale materia, con la continua e proficua collaborazione del Ministero dello sviluppo economico e delle autorità locali competenti per la bonifica e il recupero economico produttivo nei siti di interesse nazionale (accordo di programma per il sito di interesse nazionale del basso bacino fiume Chienti del 7 aprile 2009 – risorse stanziate 3.610.000 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale delle aree del litorale vesuviano del 8 giugno 2009 – risorse stanziate 1.040.000 euro; accordo di programma per il progetto Mose-Venezia del luglio 2009 – risorse stanziate 4.800.000 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale dell’area industriale di Porto Torres del 22 settembre 2009 – risorse stanziate 8.232.727 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale delle Strillaie del 24 settembre 2009 – risorse stanziate 2.456.892,14 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale di Brescia-Caffaro del 29 settembre 2009 – risorse stanziate 6.752.727 euro; atto integrativo all’accordo di programma del 23 gennaio 2007 per il sito di interesse nazionale della Valle Bormida del 30 novembre 2009 – risorse stanziate 32.396.814,40 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale dell’area industriale di Val Basento del 21 dicembre 2009 – risorse stanziate 4.545.454 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale dei fiumi Saline e Alento del 25 febbraio 2010 – risorse stanziate 2.404.245 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale di Falconara Marittima del 20 luglio 2010 – risorse stanziate 3.272.727 euro; accordo di programma per il sito di interesse nazionale del Sulcis per il bacino fanghi rossi nello stabilimento Eurallumina del 21 dicembre 2009 – risorse stanziate 1.500.000 euro), alle cui risorse vanno aggiunti i finanziamenti recentemente stanziati per la bonifica del per il sito di interesse nazionale di Pioltello Rodano (25 milioni di euro), Manfredonia (10 milioni di euro), Taranto (4 milioni di euro), litorale domizio-flegreo ed agro aversano (Giuliano e laghetti di Castel Volturno – 47 milioni di euro);
tale modus operandi continua ad essere costantemente osservato dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, come testimoniato dal fatto che risale soltanto a pochi giorni fa la stipula di un accordo di programma con la regione Calabria, il comune e la provincia di Crotone per il risanamento ambientale di alcune aree di Crotone, per il quale il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha previsto lo stanziamento di circa 10 milioni di euro che andranno ad aggiungersi ai fondi stanziati in precedenza nell’ambito del programma nazionale di bonifica e che saranno destinate alla realizzazione, o al completamento delle misure di messa in sicurezza di emergenza su aree pubbliche, o per eventuali interventi sostitutivi su aree per le quali non risulti esser stata assunta alcuna iniziativa da parte dei soggetti obbligati;
va posto in evidenza il dato che, nell’ultimo anno circa, il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha adottato una serie di provvedimenti in grado di imprimere un’accelerazione alle procedure di messa in sicurezza e di bonifica del sito: sono difatti stati adottati decreti ministeriali ex articolo 252, comma 8, del decreto legislativo n. 152 del 20006 di autorizzazione in via provvisoria all’avvio dei lavori di bonifica, tra i quali si annovera quello datato 15 febbraio 2010 avente ad oggetto l’autorizzazione in via provvisoria all’avvio dei lavori di bonifica del sito di Crotone;
per quanto riguarda la situazione del sito di Crotone, occorre considerare che il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha potuto agire in prima persona soltanto a partire dal 2008, dopo che è cessata la gestione commissariale straordinaria che era stata disposta in materia di bonifiche in Calabria sin dall’epoca di istituzione del sito di interesse nazionale in questione;
sul piano generale ogni singola area ricompresa nel perimetro dei siti di interesse nazionale presenta proprie specifiche criticità e dette aree rappresentano un’enorme risorsa connessa alle potenzialità di sviluppo economico ed infrastrutturale del nostro Paese; pertanto, si ritiene fondamentale promuovere iniziative di bonifica ambientale senza interferire con la prosecuzione delle attività produttive, al fine di farne occasione di rilancio e riutilizzo del territorio per usi di impresa e civili;
tali compiti comportano per il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, che è obbligato a far fronte a tagli crescenti alle risorse disponibili (il bilancio del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare è stato più che dimezzato), l’esame di progetti ad elevatissimo contenuto tecnico, presentati dalle più grandi imprese nazionali ed estere;
è necessario promuovere un approccio che tenga conto del delicato periodo di congiuntura economica estremamente negativo, in cui le imprese che operano nei siti hanno difficoltà a competere sui mercati;
sul Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare grava anche l’onere di sostituirsi ai soggetti privati destinatari degli obblighi di bonifica che, però, non adempiono a tali obblighi, e tale onere non può essere compitamente osservato senza la previsione di appositi stanziamenti di risorse economiche;
negli ultimi due anni sono state sottoscritte 15 transazioni per un importo complessivo di oltre 110 milioni di euro e sono in corso di stipula decine di atti transattivi, essendo state già definite le clausole principali tra il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e le aziende interessate, cosicché lo strumento transattivo, esteso a molti siti come Brindisi, Napoli orientale, Priolo, si è dimostrato particolarmente efficace, al punto che esso è stato assunto a base della particolare forma di transazione globale di cui all’articolo 2 del decreto-legge n. 208 del 2008, convertito dalla legge n. 13 del 2009,
impegna il Governo:
a dare ulteriore impulso alle operazioni di bonifica dei siti di interesse nazionale, in modo da completarne con maggiore celerità gli interventi di ripristino;
a mantenere e a garantire un approccio alla bonifica ambientale uniforme su tutto il territorio nazionale, assicurando il coordinamento tra le direttive delle istituzioni nazionali (Ministero, Ispra, Iss) e le amministrazioni locali, con lo strumento delle conferenze di servizi e con quello degli accordi di programma;
a rafforzare un effettivo e costruttivo contraddittorio tra pubblica amministrazione e privati destinatari dei provvedimenti, evitando, nei limiti del possibile, l’imposizione di scelte tecniche e interventi precostituiti, ma sviluppando gli stessi in relazione alla peculiarità ambientale del sito, tenendo altresì conto della loro sostenibilità (anche mediante analisi costi-benefici);
a promuovere l’adeguamento della normativa ambientale in materia, alla luce dell’esperienza maturata;
a promuovere lo strumento della transazione globale per reperire ulteriori fonti di finanziamento da impiegare per le bonifiche e per gli interventi di risanamento da intraprendere nei siti ai quali si riferiscono le transazioni;
ad agevolare i percorsi per consentire la rapida utilizzabilità dei proventi derivanti dalle transazioni già concluse in favore degli interventi di risanamento ambientale per i siti di interesse nazionale interessati;
ad assicurare comunque, al di là dei proventi derivanti dalle transazioni anzidette, la disponibilità di adeguate risorse finanziarie e strumentali da poter impiegare per le attività di bonifica dei siti di interesse nazionale ed, in particolare, per poter garantire l’effettivo esercizio dei poteri sostitutivi nei confronti dei soggetti obbligati ma inadempienti agli obblighi di bonifica.
(1-00574)
«Tommaso Foti, Ghiglia, Baldelli, Scilipoti, Aracri, Bonciani, Di Cagno Abbrescia, Germanà, Gibiino, Iannarilli, Lisi, Pizzolante, Stradella, Tortoli, Vella, Vessa».