La nuova disciplina dovrebbe contenere, come annunciato, paletti per limitare l’uso disinvolto di questo strumento da parte di alcune amministrazioni locali
Rispondendo ad un question time di Forza Italia, illustrato dal deputato Andrea Caroppo, il Ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, ha fornito alcuni dati sulle relazioni telematiche che gli enti locali sono obbligati a presentare al governo entro il 31 maggio di ogni anno, e in cui hanno l’obbligo di scrivere quanto incassano dalle multe stradali in generale, quanto incassano da quelle fatte con gli autovelox, e come spendono questi soldi (che secondo le previsioni di legge e salvo deroghe vanno, almeno per il 50% impegnati in sicurezza e manutenzione stradale). “Nel 2022 – ha riferito il ministro – hanno presentato la relazione prevista per legge 7.216 comuni, 83 amministrazioni provinciali e 14 città metropolitane. Non hanno presentato la relazione, quindi sono inadempienti, 685 comuni e 5 amministrazioni provinciali. Hanno presentato relazioni incomplete 169 comuni”. Sembra un ulteriore passo in avanti rispetto all’anno precedente, quando i comuni inadempienti erano 1556, poco meno del 20%, e un grandissimo passo avanti rispetto agli anni in cui non c’era la regolamentazione della relazione telematica (precedenti quindi al 2019), quando, i ministri dei trasporti di turno rispondevano alle mie interrogazioni dicendo che ad inviare il resoconto erano solo poche centinaia di comuni.
A parziale giustificazione di alcune violazioni di queste norme va detto che molti piccoli comuni in alcuni casi non hanno personale sufficiente e faticano a star dietro a tutti gli adempimenti di legge, così come è vero che ve ne possono essere alcuni in cui non si registrano proprio contravvenzioni (ma in quel caso andrebbe comunque dichiarato che non ci sono introiti). Lo stesso Ministro Salvini ha spiegato la procedura di verifica: “per gli enti che hanno presentato una relazione si procede all’estrazione di un campione per verificare che l’utilizzo dei proventi sia conforme alle finalità previste dal codice della strada, ossia per interventi di manutenzione e ammodernamento stradale, non per spesa corrente, per intenderci, mentre i comuni inadempienti sono segnalati alle procure regionali della Corte dei conti.”
È bene sapere che ai tempi del ministro Giovannini i controlli a campione erano stati meno di 40 e forse su questo fronte uno sforzo in più sarebbe auspicabile. Inoltre, oltre alla segnalazione alle sedi regionali della Corte dei conti, il codice della strada prevede, in teoria, che agli enti locali inadempienti venga applicata una sanzione pari al 90% degli introiti. E diciamo “in teoria” perché questa sanzione, secondo alcuni sproporzionata, non è mai stata applicata e non sembra applicabile di fatto finché non si definiscono responsabilità e modalità di intervento (per capirci, quale ministero applica la sanzione e come).
Proprio secondo i rendiconti, si calcola che complessivamente lo scorso anno le amministrazioni locali abbiano fatto affluire nei loro bilanci la ragguardevole cifra di 2,7 miliardi di euro (sarebbe interessante capire quanti soldi non dichiarati ancora mancano all’appello), ottenute attraverso più di 6,5 milioni di infrazioni complessive rilevate dalle polizie locali, di cui quasi 2,9 milioni sono divieti di sosta e fermata, oltre 2,6 milioni eccessi di velocità e oltre seicentomila violazioni della segnaletica orizzontale e semaforica. Secondo quanto annunciato da Salvini il decreto ministeriale per regolamentare la collocazione dei rilevatori di velocità, che manca da 13 anni (altra battaglia che ho portato avanti per anni e su cui qualche mese fa Forza Italia e lo stesso Caroppo sono tornati con un question time) è pronto per andare in Conferenza Unificata. Se la nuova disciplina contenesse, come annunciato, paletti per limitare l’uso disinvolto di questo strumento da parte di alcune amministrazioni locali, e dovesse essere definitivamente emanata a stretto giro, sarà certamente interessante tentare di capire, analizzando i dati futuri con equilibrio e buonsenso, quale impatto avrà sulla sicurezza stradale e sulle entrate dichiarate dalle amministrazioni locali.