Simone BALDELLI (FI-PdL) ritiene che l’odierna discussione sia inutile, dal momento che il testo risulta blindato e non vi sono le condizioni tecniche e politiche per modifiche ulteriori. In proposito, osserva che si sconta oggi un ritardo imputabile all’incapacità della maggioranza di trovare un accordo in prima lettura alla Camera, che avrebbe consentito un iter meno convulso e caotico. Fa presente che gran parte del tempo è stato impiegato, invece, per trovare al Senato una difficile mediazione, rispetto alla quale il Governo, in prossimità della scadenza del decreto, non potrà che porre una nuova questione di fiducia. Pur ritenendo che ragionare ulteriormente su un testo ormai definito costituisca un mero esercizio di stile, si sofferma su taluni aspetti di merito, richiamando, in particolare, la norma posta come preambolo dell’articolo 1, che giudica una disposizione-manifesto, dal momento che fa riferimento ad un progetto di riforma ancora tutto da definire. Nel complesso, ritiene che il provvedimento rappresenti un’occasione mancata, dal momento che esso non affronta i nodi strutturali del mercato del lavoro, non prospettando l’avvio di riforme di più ampio respiro. Sarebbe necessario, a suo avviso, reperire risorse adeguate che consentissero un rilancio effettivo dell’economia, da attuare, ad esempio, attraverso un piano di defiscalizzazione delle assunzioni non solo dei giovani, ma anche dei meno giovani, i quali, spesso, per la necessità di mantenere una famiglia, versano in condizioni economiche anche più critiche. In conclusione, giudica anomalo che la maggioranza, alla Camera, a causa della quasi certa posizione della questione di fiducia, finisca per votare un testo che va in una direzione opposta a quella indicata in sede di esame in prima lettura, dimostrando la confusione che regna nell’ambito di quei gruppi.
Ecco il testo del mio intervento in commissione sul decreto lavoro…
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- Articolo pubblicato:12 Maggio 2014
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